Sempre più spesso, i pazienti mi chiedono di chiarire cosa sono le infiltrazioni di staminali, fattori di crescita, ialuronico, ozono, ecc. In effetti, c’è parecchia confusione al riguardo e le risposte non sono univoche. Vediamo di chiarire il quadro.
Intanto, la parola infiltrazione cosa significa? E’ l’introduzione di sostanze terapeutiche (acido ialuronico, cortisonici, anestetici locali, fattori di crescita piastrinici..), all’interno del corpo umano. Le più diffuse e praticate sono quelle all’interno di un’articolazione (in questo caso parliamo di infiltrazioni intra-articolari), attorno all’articolazione stessa (infiltrazioni peri-articolari) o in corrispondenza di tendini, legamenti, borse di scorrimento, paravertebrali, ecc.
Le principali indicazioni della terapia infiltrativa sono le patologie articolari (artrosi, artriti non infettive, condropatie, artrosi conclamata, ecc.) e le patologie delle strutture peri-articolari (borsiti, capsuliti, fasciti, entesopatie, tendiniti ecc). Discorso a parte, sono le infiltrazioni paravertebrali con ozono, per le patologie della colonna vertebrale e le tratteremo in un altro capitolo.
Negli ultimi decenni la terapia infiltrativa si è affermata, nel trattamento di molteplici patologie dell’apparato locomotore, oppure come terapia sintomatica, per procrastinare soluzioni più invasive, come le protesi articolari.
La procedura è, relativamente semplice, e pressoché scevra di effetti collaterali, e deve essere praticata solo da un medico specializzato, nel rigoroso rispetto delle procedure. Il medico, in seguito alla visita e alla valutazione di eventuali malattie concomitanti, valuta la presenza di eventuali controindicazioni all’esecuzione della procedura o all’utilizzo di certi farmaci.
infiltrazioni al ginocchio
Le articolazioni più, frequentemente, trattate con la terapia infiltrativa, sono la spalla e il ginocchio e le sostanze, maggiormente, impiegate sono l’acido ialuronico e i corticosteroidi (cortisone), soli od in associazione con anestetici locali (lidocaina).
Le patologie più frequenti articolari o periarticolari della spalla, sono: artrosi delle articolazioni scapolo-omerale e acromion-claveare, borsiti, processi infiammatori, tendiniti, lesioni della cuffia, ecc.
Quelle del ginocchio sono simili: la gonartrosi (compartimentale o totale), tendiniti (tendiniti del rotuleo, della zampa d’oca, della bendeletta ileo-tibiale, ecc.), borsiti, entesopatie dei legamenti (la semisconosciuta sindrome di Palmer, del legamento collaterale mediale, spesso confusa con una meniscopatia mediale), ecc..
Ma, non solo, è possibile effettuare questi trattamenti anche a livello di:
ANCA: all’interno, per l’artrosi dell’articolazione, in genere questa procedura è effettuata sotto guida ecografica o TAC, all’esterno, per la borsa del trocantere, la cosiddetta trocanterite, sintomo di uno squilibrio posturale, per la sindrome del piriforme, spesso confusa con una sciatica da ernia discale.
GOMITO: all’interno per artrosi o artriti, all’esterno per entesopatie (epicondilite = gomito del tennista, epitrocleite = gomito del golfista), borsiti (olecranica), ecc.
MANI: per artrosi o artriti dell’articolazione trapezio-metacarpale (rizoartrosi) e delle articolazioni metacarpo-falangee, all’interno, all’esterno per tendiniti (dito a scatto, ecc.), sindrome del tunnel carpale, ecc.
PIEDI: per artrosi o artriti dell’articolazione tibio-peroneo-astragalica e dell’articolazione astragalo-calcaneare, ecc., all’esterno per sindrome del tunnel tarsale, tendinite d’Achille, spine calcaneari, neuroma di Morton, metatarsalgie, ecc.
Ad ogni buon conto, va detto che le terapie infiltrative, spesso, non sono un trattamento definitivo, ma consentono di ottenere numerosi benefici come la riduzione del dolore, dell’infiammazione, del versamento articolare, della rigidità articolare ed, in genere, come mezzo per ritardare il ricorso alla chirurgia.
Lo specialista medico, sceglierà il farmaco più opportuno, dopo una corretta diagnosi clinica e strumentale (RX, TAC, RMN, ecografia, ecc.), oppure le sconsiglierà, in base alle controindicazioni generiche o specifiche.
Ora, qualche parola sui farmaci:
I più utilizzati sono certamente i corticosteroidi e l’acido ialuronico, in genere associati a un anestetico locale. Tuttavia è possibile infiltrare anche con PRP (platelet-rich plasma), fattori di crescita, cellule staminali o mesenchimali, farmaci biologici, polinucleotidi, estratti di placenta, eparinoidi, ecc.
L’ozono merita un capitolo a parte.
Cortisonici
Il potente effetto antinfiammatorio ed immunosoppressore del cortisone, farmaco importante e salvavita, contribuisce a dare sollievo dal dolore e dall’infiammazione, nelle sedi periarticolari e, risolve i versamenti articolari nella fase acuta della patologia.
I cortisonici non sono tutti uguali. Il medico specialista sceglierà il più efficace per la patologia acuta o cronica che deve trattare. Al cortisonico è, spesso, associato un anestetico locale (in genere Lidocaina), per aumentare l’effetto analgesico.
Può essere sufficiente una sola infiltrazione come alcune ripetute nel tempo e distribuite nell’arco di un anno. L’utilizzo dei cortisonici nella terapia iniettiva articolare non è scevra da effetti collaterali: il medico specialista deve valutare attentamente le patologie concomitanti dei soggetti candidati a tale terapia oltre ai rischi connessi a terapie prolungate che possono causare danni alle strutture articolari e periarticolari (ossa, legamenti e tendini possono indebolirsi). E’ necessario, inoltre, tenere conto dei possibili effetti sistemici legati all’iniezione articolare di cortisonici. Il medico deve sempre attentamente valutare i rischi connessi a tale pratica, che può essere contro-indicata.
Altri effetti collaterali, di minore entità, possono includere reazioni locali: infiammazione locale, dolore e arrossamento in genere scompaiono dopo poche ore.
Acido Ialuronico
Le infiltrazioni con acido ialuronico (detta anche terapia di “visco-supplementazione”) sono particolarmente indicate quando il dolore articolare avvertito dal paziente è dovuto ad una patologia delle cartilagini di rivestimento (artrosi dell’articolazione), con perdita della viscoelasticità del liquido sinoviale con scompenso del metabolismo dell’acido ialuronico che fisiologicamente è presente all’interno dell’articolazione.
L’acido ialuronico è, dal punto di vista chimico, un glicosaminglicano, una molecola formata la lunghe sequenze di due zuccheri semplici, l’acido glicuronico e la N-acetilglucosamina. La sua struttura lo rende altamente solubile in ambiente acquoso e questo lo rende adatto a garantire l’idratazione dei tessuti proteggendoli dalle sollecitazioni cui possono andare incontro.
Per questo motivo, l’acido ialuronico si trova fisiologicamente all’interno delle articolazioni come componente fondamentale del liquido sinoviale, dove ha lo scopo di proteggere le cartilagini dall’usura derivante dalle sollecitazioni cui ogni articolazione è sottoposta nelle attività della vita quotidiana. Con l’invecchiamento, si assiste a un decremento della produzione del liquido sinoviale: l’articolazione è perciò sottoposta a usura.
In genere la terapia infiltrativa con acido ialuronico si effettua con cicli a cadenza settimanale (in genere dalle 3 alle 5 sedute). L’efficacia clinica dipende da tanti fattori, dalla patologia e dalle caratteristiche del farmaco, più o meno denso. Nella maggior parte dei casi, da un minimo di 6 mesi a 1-2 anni. Il ciclo di infiltrazioni può essere ripetuto dopo 6 mesi/1 anno.
Di norma, le infiltrazioni con acido ialuronico, se eseguite correttamente da uno specialista, non hanno effetti collaterali di rilievo. Tuttavia, le terapie infiltrative con acido ialuronico non possono essere eseguite in caso di infezioni in atto di origine batterica o virale, allergia o ipersensibilità al farmaco o alle sostanze eccipienti contenute nella soluzione medicamentosa e in caso di gravidanza o allattamento. Altri effetti collaterali possono includere dolore, gonfiore o arrossamento locale che tendono a scomparire nel giro di qualche ora.
L’utilizzo di queste sostanze risulta particolarmente efficaci nelle artrosi di modesta e media entità.
I fattori di crescita nel plasma ricco di piastrine (P.R.P.)
Rappresenta il primo ritrovato della medicina rigenerativa, sia in termini cronologici che per volumi di utilizzo, ad oggi del plasma ricco di piastrine (PRP) esistono diverse varianti per tempistiche e frequenza delle somministrazioni.
Il razionale di questa tecnica si basa sulla azione fisiologica delle piastrine, che come noto intervengono per prime in seguito ad un trauma o una lesione per iniziare i processi di guarigione.
Partendo da un semplice prelievo di sangue periferico del paziente stesso, il PRP viene ottenuto mediante una procedura di centrifugazione volta a concentrare le piastrine che contengono numerosi fattori di crescita. I fattori di crescita agiscono a livello del sito di lesione , interagendo con le cellule residenti nel tessuto danneggiato, promuovendo la modulazione dell’infiammazione e il ripristino di una situazione fisiologica, con minor dolore.
Le Cellule Staminali (MSC)
Le cellule staminali, mesenchimali (MSC), hanno la capacità di contribuire alla guarigione dei tessuti tramite la produzione di una vasta gamma di fattori di crescita e molecole, adattandosi alle specifiche condizioni della patologia del paziente. Le MSC sono capaci di “sentire” l’ambiente in cui vengono utilizzate e reagire di conseguenza rilasciando le molecole necessarie per contrastare il microambiente patologico, per esempio situazioni infiammatorie anche croniche, e promuovere il ripristino della normale fisiologia del tessuto trattato. I tessuti normalmente utilizzati per ottenere le MSC sono: il midollo osseo, attraverso l’aspirazione da cresta iliaca (ossa del bacino) e il tessuto adiposo, mediante una piccola liposuzione (normalmente dall’addome). Dato molto importante, trattandosi sempre di utilizzo autologo, non sono mai stati riscontrati effetti avversi significativi in nessuna delle tecniche descritte e in ogni caso non precludono la possibilità di eseguire qualsiasi tipo di trattamento successivo.
Iniettati all’interno dell’articolazione, queste due ultime sostanze, producono un panno fibroso, più o meno resistente, più o meno duraturo, che protegge i capi ossei, affetti dalla degenerazione cartilaginea, attenua il dolore e rimanda soluzioni terapeutiche più invasive.
Le infiltrazioni con PRP, possono essere eseguite in un ambulatorio dedicato, da un medico specialista, che le preleva dal sangue, le centrifuga e le inietta nell’articolazione o nei tessuti patologici. Mentre le staminali richiedono una sala operatoria, per il prelievo dal tessuto adiposo o dal midollo osseo, per la centrifugazione e l’innesto.
Domande frequenti
Fa male l’infiltrazione?
La risposta è si, perché è necessaria una puntura, ma il dolore non è peggiore di quello che si avverte facendo una normale puntura nel sedere.
Quando vengo a fare l’infiltrazione devo farmi accompagnare?
Sempre meglio, però, dopo la puntura sarete in grado di tornare a casa da soli, senza bisogno di essere accompagnati.
Nei giorni seguenti la puntura avrò qualche limitazione?
Potrete svolgere tutte le normali attività ma il consiglio è di evitare attività pesanti per 24 ore. Un po’ di fastidio è normale ed è dovuto alla presenza del farmaco nell’articolazione. Se provate dolore nel sito di infiltrazione usate del ghiaccio localmente per 20 minuti con una protezione. Se il dolore fosse molto intenso e non si risolvesse, assumete dei farmaci antidolorifici e antiinfiammatori, dopo un consulto con lo specialista.
Le infiltrazioni sono mutuabili?
Si e No!
Il sistema sanitario nazionale non rimorsa l’acido ialuronico, però, l’infiltrazione sì. Quindi, quando l’infiltrazione è eseguita in struttura pubblica, al paziente è richiesto di acquistare il prodotto, consigliato dal medico specialista convenzionato con il SSN.
L’infiltrazione con cortisonici è mutuabile, eseguita dallo specialista convenzionato.
Per i fattori di crescita e staminali, il discorso è complesso. In genere, non sono rimborsate dal SSN e vengono praticate in ambulatori o sale operatorie private. Esistono strutture ospedaliere che consentono l’impiego di queste sostanze, ma sono rari e, di solito, sono centri di ricerca e sviluppo biotecnologico, nelle grandi città.