Trocanterite e sindrome del piriforme,
due brutte parole che spaventano i pazienti e, quindi, meritano una breve trattazione, per delineare due patologie non gravi dell’apparato locomotore, a volte correlate.
La trocanterite o borsite trocanterica è un sintomo, non una patologia. Un’infiammazione della borsa sierosa del gran trocantere del femore che serve a far scorrere il tendine della la fascia lata, apparato muscolotendineo, deputato alla stazione eretta e alla deambulazione, durante il movimento dell’anca. Il trocantere è la porzione più esterna del femore e lo si apprezza come salienza ossea dell’anca.
Qui un video dove vi mostro il tutto:
La trocanterite può colpire soggetti sportivi o sedentari, nei quali si verifichi un’ipersollecitazione, abnorme o anomala, del compartimento laterale della coscia. Questo a causa di fattori dovuti ad un deficit della postura e della deambulazione, come per esempio una dismetria degli arti o problemi dell’appoggio plantare. Tutto questo può essere correlato da altri disturbi o cause estrinseche, come: patologie dell’articolazione dell’anca (quali coxartrosi, pregresso intervento chirurgico, presenza di protesi dell’anca, artriti infiammatorie), patologie del rachide lombare (discopatie, spondiloartrosi), obesità, gonartrosi (cioè artrosi del ginocchio), fibromialgia, problemi neurologici con disturbi della deambulazione, ecc., che il medico specialista ricercherà con l’esame clinico e strumentale – Rx, TAC, RMN, ecografie, ecc.
A volte, può essere determinata da un trauma contusivo per caduta laterale sulla coscia, da microtraumi ripetuti e/o sovrallenamento, negli sportivi, soprattutto se con deficit posturali, anche lievi.
Colpisce più frequentemente il sesso femminile per la maggior larghezza del bacino – platipelloide – e conseguente maggior tensione delle strutture tendinee.
I sintomi sono evidenti, è presente dolore in corrispondenza del gran trocantere, con dolorabilità nella digito-pressone di tale sporgenza ossea dell’anca, lateralmente.
Il dolore può irradiarsi distalmente al ginocchio e, prossimalmente, verso il gluteo. Peggiora, alzandosi dalla posizione sdraiata o seduta, diviene ingravescente durante la deambulazione e lo sport.
Il dolore è anche notturno, specie se in decubito sul lato affetto.
Si può evocare il dolore con l’apertura della coscia contro resistenza.
La diagnosi è clinica, basata sulla sintomatologia e sull’esame obiettivo, durante la visita.
A livello strumentale non è semplice, se la borsa è lesionata, non si riesce ad evidenziare un versamento all’interno della borsa sierosa, edema limitrofo ed eventuali calcificazioni. La risonanza magnetica sarà riservata per escludere altre patologie.
TRATTAMENTO: la terapia farmacologica: si avvale di farmaci antinfiammatori (cerotti o per via orale), oltre al riposo e uso di ghiaccio locale in fase acuta.
La cura principe è la terapia infiltrativa: uso di cortisonici e anestetici!
Utili le terapie fisiche: tecar, laser, ultrasuoni ed eventualmente onde d’urto in caso di calcificazioni. Trattamento riabilitativo: stretching e/o rinforzo muscolare mirato, rieducazione al gesto atletico, ginnastica posturale, pilates, pancafit, ecc. Uso di plantari corretivi, hanno una valenza sia terapeutica che preventiva, in virtù della correzione di un alterato appoggio plantare, per problematiche sia congenite che acquisite, correzione di difetti posturali ascendenti, che siano causa di maggiore tensione delle strutture nella zona trocanterica.
SINDROME DEL PIRIFORME
Un’altra possibile causa di trocanterite, che merita un paragrafo a parte, è la Sindrome del piriforme. Il piriforme è un muscolo pelvi-trocanterico, poiché origina dalla pelvi a livello dell’osso sacro, e si inserisce, col suo tendine, al margine superiore, posteriore del grande trocantere del femore.
Durante il suo decorso, il tendine prende contatto con il nervo sciatico (detto anche ischiatico), che è localizzato tra il muscolo ed il collo del femore.
Per sindrome del piriforme si indica un disturbo doloroso che compare quando il muscolo piriforme, per i citati rapporti anatomici, infiamma il nervo sciatico a livello del gluteo, a causa di una contrattura o di uno stiramento del muscolo.
Ciò determina una sintomatologia simile alla sciatalgia da ernia del disco, con dolore acuto, come un morso di un cane, al gluteo. talvolta anche della gamba, accompagnato da formicolii e intorpidimento dell’arto inferiore corrispondente.
Alcuni autori, infatti, la definiscono “falsa sciatalgia” o “sciatica da intrappolamento”.
Contrattura o stiramento del muscolo piriforme possono essere dovuti a traumi o microtraumatismi ripetuti con importante sovraccarico (per esempio, in podisti o ballerini), ad alterazioni posturali, a iperlordosi o scoliosi lombare, a dismetrie degli arti inferiori, insomma a deficit posturali complessi, come un alterato appoggio del piede che causi ripetute contrazioni del muscolo per un meccanismo di compenso ad ogni passo. Il piriforme, infatti, agisce da rotatore esterno del femore, attivandosi, quindi, durante la deambulazione per impedire l’eccessiva intra-rotazione femorale nella fase di appoggio del piede. Da ciò si evince l’importanza dell’utilizzo di plantari su misura anche nell’ambito della terapia della sindrome del piriforme, eventualmente in associazione alla fisioterapia, osteopatia, ginnastica posturale, terapia fisica o farmacologica. Un’infiltrazione in loco, con corticosteroidi e anestetico, è da riservare alle forme incoercibili con terapia tradizionale.
Il ricorso alla chirurgia è raro e invasivo, riservato alle forme croniche con disturbi gravi dello sciatico.